22 Marzo 2020 castagne

castagna di montella – storia

Le testimonianze della presenza del castagno nell’area di coltivazione della “Castagna di Montella” IGP sono molto antiche. Secondo alcuni, infatti, in quest’area la coltivazione del castagno, originario dell’Asia Minore, risalirebbe ad un periodo compreso fra il VI ed il V secolo a.C.
I Longobardi (571 d. C.), successivamente, avrebbero emanato la prima legge, che si ricordi, per la tutela di questa coltivazione, considerata già a quel tempo una preziosa risorsa. Basti pensare, infatti, all’importanza che assumeva nell’epoca medioevale, la farina di castagna, soprattutto negli assedi di città e castelli, per il pregio di potersi conservare a lungo.
Da quei tempi la storia di Montella e quella del castagno, vera ricchezza di queste zone per la sua molteplicità di impieghi, non si sono più separate.
La “Castagna di Montella” è parte del paesaggio dell’area del Terminio-Cervialto, nella quale, grazie al suo clima e ai suoi terreni, produce un frutto di alta qualità merceologica ed organolettica. La ricchezza del castagno in queste zone non si è limitata solo alla produzione del frutto: esso è stato la principale fonte di legna per le costruzioni, per creare mobili, oltre che come legna da ardere.
La “Castagna di Montella” arrivò, nel XIX secolo, anche negli Stati Uniti e in Canada, al seguito degli emigranti, ed ancor oggi questi due Stati assorbono oltre la metà della produzione.

Area di produzione

L’area di produzione della “Castagna di Montella” IGP è concentrata nell’area del Terminio-Cervialto e limitata in particolare ai territori dei comuni di Montella, Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Nusco, Volturara Irpina e Montemarano (contrada Bolifano).

Dati economici e produttivi

Il castagno è stato da sempre un mezzo di sussistenza economica per la comunità irpina contribuendo a segnare la tradizione rurale e lo sviluppo sociale di queste zone.
Con una produzione media annua di 7-8 mila tonnellate, la “Castagna di Montella” partecipa a circa il 60% dell’intero raccolto di castagne della provincia di Avellino. Il 50% circa del prodotto viene esportato oltreoceano, il 25% viene esitato sui mercati europei e solo il restante 25% è collocato sui mercati nazionali.
Pur contando su una superficie complessiva di oltre 4.000 ettari (40% della superficie provinciale), la superficie iscritta al sistema di certificazione IGP è di 664 ettari circa (anno 2003), per un totale di n. 120 aziende agricole, con una produzione certificata commercializzata che nella campagna 2003 è stata di 225 quintali di castagne (in guscio, sgusciate e farina); 4 le ditte confezionatrici certificate.

Registrazione

La “Castagna di Montella” è stato il primo ed unico caso in Italia di prodotto ortofrutticolo cui sia stata riconosciuta, da parte del Ministero dell’Agricoltura, la DOC, nel 1987 (DM del 5.12.87), sostituita nove anni dopo dall’IGP (con procedura di registrazione così detta semplificata, regolamentata all’art. 17 del Reg CEE 2081/92).
Il riconoscimento comunitario dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP) “Castagna di Montella” è avvenuto attraverso il Regolamento (CE) n. 1107/96 (pubblicato sulla GUCE n. L 148/96 del 21 giugno 1996). Il Disciplinare di produzione è ancora quello allegato al Decreto ministeriale sopra citato del 5.12.87, pubblicato sulla GURI n. 302 del 27.12.87, con il quale veniva riconosciuta la denominazione di origine controllata.
E’ stata proposta di recente, a cura dei soggetti certificati, una modifica di tale disciplinare di produzione, in ordine all’ampliamento dell’area di produzione (comune di Calabritto), all’adeguamento di alcune tecniche sul metodo di ottenimento, all’inserimento della tipologia commerciale della “castagna infornata” e alla proposta di logotipo.